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Cosa ci insegna il caso Uffizi/Ferragni?

Oggi voglio condividere con voi alcune riflessioni che ho fatto analizzando i dati emersi in seguito al post pubblicato dagli Uffizi con Chiara Ferragni che ha sollevato un gran polverone nei giorni scorsi.

Se leggiamo le OPINIONI espresse nei commenti sotto il post potremmo essere portati a pensare che la scelta editoriale degli Uffizi sia stata negativa.

Se analizziamo i DATI invece vediamo che i risultati sono positivi: aumento delle interazioni e dei follower (+11000) per l'account Instagram degli Uffizi e a quanto pare anche un significativo aumento delle visite alle gallerie da parte dei giovani (circa il 27% in più).

Mi sembra che si stia ripetendo quello che negli anni passati è avvenuto in questo settore, dove le opinioni più tradizionaliste si sono scontrate con quello che poi si è rivelato essere l’andamento reale:

  • OPINIONE DEL PASSATO: avere un account Instagram è svilente per un artista vs PRESENTE: un artista deve avere una presenza su Instagram.
  • OPINIONE DEL PASSATO: vendere arte online è volgare e nessuno comprerà mai vs PRESENTE: la vendita di opere online ha visto una crescita del 60% negli ultimi 10 anni.
  • OPINIONE DEL PASSATO: mostrare i prezzi delle opere d’arte è volgare vs PRESENTE: il direttore di Art Basel dichiara sul Financial Times che con i prezzi esposti si vende 6 volte di più.

Secondo me anche questa situazione è analoga alle precedenti:

  • OPINIONE DEL PRESENTE: utilizzare un’influencer di moda (ma potrebbe essere un qualunque altro settore) è di cattivo gusto vs FUTURO: gli influencer saranno dei player fondamentali per la comunicazione e per le vendite nel mondo dell’arte.

Nel video ti racconto quello che ho potuto osservare ultimamente nella mia esperienza quotidiana a fianco di centinaia di artisti.

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