Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è uscita dai laboratori ed è entrata nelle nostre vite creative.
C’è chi la usa per fare bozzetti, chi per sperimentare nuove palette di colori, chi per scrivere testi, progettare installazioni o creare immagini digitali.
L’IA è diventata un nuovo compagno di viaggio per artisti, designer, gallerie e collezionisti. Ma insieme alle opportunità, ha portato anche dubbi profondi: a chi appartiene ciò che nasce da una macchina? E se un’IA utilizza opere protette per addestrarsi, è lecito? E come possiamo distinguere un’opera creata con strumenti digitali da una completamente generata da software?
Fino ad oggi mancava una risposta chiara.
Ora, però, qualcosa cambia davvero: il 10 ottobre 2025 entra in vigore la Legge n. 132/2025, la prima normativa italiana che definisce in modo organico il rapporto tra intelligenza artificiale, diritto d’autore e responsabilità creativa.
Una legge che cambia le regole del gioco
Questa legge non riguarda solo gli specialisti o i giuristi: riguarda tutti noi che viviamo e lavoriamo nel mondo dell’arte.
Perché tocca la questione più delicata di tutte: la paternità dell’opera, e stabilisce chi, oggi, può essere riconosciuto come autore e titolare dei diritti.
👉 Acquista la guida IA e diritto d’autore nell’arte
Guida pratica e accessibile alla Legge 132/2025
È il primo passo concreto per navigare con sicurezza nella nuova era dell’arte e dell’intelligenza artificiale.
In sintesi, la legge introduce tre grandi novità che ogni artista, collezionista o galleria dovrebbe conoscere.
1. Solo l’essere umano può essere autore
Il principio è netto: un’opera generata interamente da un sistema di intelligenza artificiale non è protetta dal diritto d’autore.
Per essere tutelata, deve esserci un contributo umano riconoscibile, un intervento creativo personale.
In pratica: se scrivi un prompt e lasci che la macchina faccia tutto da sola, quell’opera non ha copyright. Ma se selezioni, modifichi, intervieni, se metti il tuo occhio, il tuo gusto, la tua intenzione, allora sei autore a pieno titolo.
Questo significa che diventa fondamentale documentare il proprio processo creativo, per poter dimostrare l’apporto umano.
2. Addestrare le IA con opere protette non è più “zona grigia”
L’altro nodo cruciale riguarda i dataset, cioè i materiali (immagini, testi, suoni) usati per addestrare le IA.
Fino a ieri la legge taceva; oggi stabilisce che l’uso di opere protette è possibile solo in casi specifici, come la ricerca scientifica, oppure con l’autorizzazione esplicita dei titolari dei diritti.
In parole semplici: se un modello di IA viene addestrato con opere coperte da copyright senza permesso, si commette un illecito.
Per artisti e collezionisti, questo significa poter reagire e anche inserire nei propri contratti clausole che vietano l’uso delle opere per addestrare algoritmi.
3. I deepfake diventano reato
La legge interviene anche su un altro fronte: i deepfake.
Quelle immagini, video o audio che riproducono persone o artisti in situazioni false o manipolate diventano, se diffuse senza consenso e con intento di inganno, un vero e proprio reato penale.
È un passo importante per tutelare la reputazione e l’identità non solo dei personaggi pubblici, ma anche di artisti, curatori, collezionisti e professionisti dell’arte digitale.
Perché è una legge storica
Questa norma segna un momento di svolta.
Per la prima volta il legislatore riconosce che la creatività contemporanea è sempre più ibrida, e che il confine tra mano e algoritmo va gestito, non ignorato.
In pratica, la legge mette ordine in una materia caotica, ma lo fa con un principio di fondo:
l’arte resta umana, anche quando dialoga con la tecnologia.
Per gli artisti, significa imparare a raccontare e documentare il proprio processo creativo.
Per i collezionisti, significa acquistare con maggiore consapevolezza e chiedere trasparenza.
Per le gallerie, significa adottare contratti e pratiche più chiare per tutelare sé stesse e i propri artisti.
👉 Acquista la guida IA e diritto d’autore nell’arte
Guida pratica e accessibile alla Legge 132/2025
È il primo passo concreto per navigare con sicurezza nella nuova era dell’arte e dell’intelligenza artificiale.
Ho scritto una guida per aiutarti a orientarti
Leggere la legge può essere complesso: il linguaggio giuridico è pieno di tecnicismi, e spesso si rischia di non capire come applicarla alla propria realtà.
Per questo ho creato IA e diritto d’autore nell’arte. Guida pratica e accessibile alla Legge 132/2025, un testo pensato per spiegare in modo chiaro cosa cambia davvero e come proteggerti.
Dentro troverai:
- spiegazioni semplici dei punti chiave della legge;
- esempi concreti tratti da casi reali;
- clausole contrattuali già pronte da inserire nei tuoi accordi;
- consigli pratici diversi per artisti, collezionisti e gallerie;
- una sezione dedicata a cosa fare subito, passo dopo passo.
- Non è un testo accademico: è una guida operativa, pensata per chi vuole capire, agire e tutelarsi davvero.
Perché vale la pena leggerla
Perché oggi basta una clausola scritta male per perdere diritti preziosi.
E basta una clausola scritta bene per evitarti centinaia, se non migliaia di euro di dispute future.
Questa guida ti aiuterà a muoverti con più sicurezza, a spiegare con chiarezza il tuo ruolo creativo e a costruire relazioni più solide con gallerie e acquirenti.
👉 Acquista la guida IA e diritto d’autore nell’arte
Guida pratica e accessibile alla Legge 132/2025
È il primo passo concreto per navigare con sicurezza nella nuova era dell’arte e dell’intelligenza artificiale.
Uno sguardo al futuro: verso una tutela più semplice e trasparente
Tutti i consigli e gli strumenti che troverai nella guida vanno ancora applicati manualmente, con attenzione e metodo.
Serve un po’ di cura, la stessa che metti quando crei o gestisci un’opera d’arte. Ma presto sarà possibile fare tutto in modo molto più semplice e automatico.
Insieme a un gruppo di collaboratori, ho depositato un brevetto per un sistema basato su blockchain pensato per semplificare la tutela del diritto d’autore nell’arte, non solo in quella digitale ma in ogni sua forma.
Questo sistema permetterà di registrare in modo sicuro e immediato le fasi del processo creativo, così da poter dimostrare con facilità chi ha realizzato un’opera, quanto è stato utilizzato l’apporto dell’intelligenza artificiale e come si è svolta la collaborazione tra persona e tecnologia.
In altre parole, sarà uno strumento per rendere la tutela più trasparente, più rapida e più accessibile a tutti gli operatori del mondo dell’arte.
Ci vorrà ancora un po’ di tempo perché tutto questo diventi realtà, ma il percorso è iniziato. È un passo verso un futuro in cui la tecnologia potrà finalmente aiutare l’arte a proteggersi, a essere più tracciabile e, soprattutto, più libera di crescere.

